“Sei così giovane. Ancora non conosci la ricchezza della memoria. Devi camminare ancora a lungo.
Ma un giorno farai di tutto per tenere legati a te gli infiniti ricordi, fatti di attimi, volti, antiche parole. Quando comincerai a ricordare chi eri, userai l’erba umida del mattino, la fragranza delle spighe dorate, gli steli fragili dei primi fiori, per tenere insieme i tuoi ricordi.
E potrai continuare il tuo cammino, con le immagini della tua vita, che ti svolazzano intorno come un prezioso mantello. E quando sarai davanti a me, le streghe cattive, che difendono la mia anima, si apriranno per farti passare e non assaggerai le loro terribili spine.
Solo così potrai entrare, per continuare il tuo nuovo viaggio, e ricordare, ancora…“
Nell’antichità, gli alberi e gli uomini erano fratelli, e gli alberi erano venerati e protetti, perché magici portali del mondo sotterraneo.
Lì erano custodite le parole sacre che hanno iniziato il mondo e lì riposano ancora, accolte fra le immense radici, in attesa che qualcuno, sfidi l’ignoto per svelarle.
Alberi millenari sono, ancora, silenziosi guardiani, antichi portali, sempre nascosti all’occhio umano. Ma, ora, è giunto il tempo per l’ uomo di ricordare…