Articoli

Il tree huggjng è una pratica sempre più diffusa: oggi più che mai abbiamo bisogno di riconnetterci alla natura, di ritrovare la nostra essenza istintiva, di liberarci della fretta, dello stress, della rabbia. Abbiamo bisogno di connetterci a Madre Terra e imparare a essere amorevoli e compassionevoli, – come lei – con noi stessi, prima di tutto, e poi del mondo, degli altri e della natura che ci circonda. E di ogni sua creatura.

Abbiamo bisogno di ricordare…

Abbiamo bisogno di smettere di correre, sempre, di guardare sempre indietro, o sempre avanti. E non accorgerci mai di dove siamo ora.

Quante cose ci perdiamo…

Gli alberi sono portali, ponti di connessione energetica: abbracciare un albero, vuol dire fermarsi e restare in ascolto. Del nostro respiro, che diventa il suo. Del nostra pelle che diventa tronco e delle nostre gambe che diventano radici.

Delle nostre braccia che ramificano nel cielo.

Cosa succede quando abbracci un albero?

Siamo andate a scoprirlo, in un luogo davvero magico, in cui la natura è curata e accudita, e gli alberi secolari possono far sentire la loro voce antica, perchè sanno che saranno ascoltati.

Il parco Giardino Sigurtà di Valeggio sul Mincio, ci ha accolto nei suoi percorsi profumati, ricchi di colori e di emozioni. Ricchi di piccole cose preziose che ti chiamano per farsi vedere. Ricchi di storie raccontate e poi portate dal vento fra i filari di Cipressi, o fra le ninfee del laghetto.

E abbiamo incontrato loro, gli alberi, immensi Maestri di Vita e Guardiani del nostro mondo, un Viaggio unico, nello loro e nelle nostre profondità.

Gli alberi ci aspettano, e ci ascoltano. Sanno ogni cosa di noi, e rispondono alle nostre Domande. Ci donano la loro linfa vitale. . Ci consolano e ci mostrano i loro volti gentili. Gli alberi conoscono i nostri sogni.

Quando abbracciamo un albero ci riconnettiamo alla nostra anima…

Grazie, grazie di cuore, alle splendide viaggiatrici che hanno fatto con me, questo cammino. Grazie per le vostre preziose emozioni.

Grazie ad Alice Garbi, che racconta il Parco come una fiaba e ha voluto questo incontro.

Il viaggio, continua…

Avete iniziato il vostro diario? Ci auguriamo di sì, e se non l’avete ancora fatto, scrivete la sua prima pagina prima che potete, perché prima, sperimenterete i suoi meravigliosi effetti.

Siamo arrivati al settimo passo, l’ultimo per quanto riguarda il nostro piccolo viaggio alla scoperta di noi stessi. Piccoli passi che ci hanno fatto ri-incontrare con la nostra parte interiore, quella che spesso non ascoltiamo o preferiamo evitare. 

Piccoli passi che ci hanno fatto scoprire, ci auguriamo, nuove risorse, e hanno risvegliato nuove consapevolezze su chi siamo. Su quanto è importante  mettersi al primo posto, amarsi, ascoltarsi e accogliersi. 

A volte, viviamo ogni giorno senza sapere nemmenchi siamo davvero. Un po’, come vivere a metà, come non riconoscere il proprio nome, come non ascoltare i propri bisogni, non ascoltare i segnali che l’universo ci invia per indicarci la strada. La nostra strada. Ognuno di noi ne ha una, ma a volte è così difficile percorrerla…

Questo è l’ultimo passo del nostro piccolo viaggio, ma i vostri passi proseguono ora, con più forza e vigore, e ci auguriamo che siano sulla strada che vi aspetta da un po’.

Ci auguriamo che il vostro cammino lasci le tracce del vostro passaggio e ogni tanto, quando sentite il bisogno di fermarvi un attimo e voltarvi indietro, possiate vedere le vostre orme sulla strada e possiate riconoscevi ogni volta: quella sono io!

Per accompagnarvi in questo nuovo cammino vi consigliano un bagaglio leggero per portare con voi un alimento indispensabile: la gratitudine non pesa niente non occupa spazio, se non nel cuore, ma il suo potere è infinito   e nutre la nostra anima.

L’esercizio per il nostro settimo passo è proprio questo. Ogni giorno siate grati, a partire dalle piccole cose che diamo sempre per scontate. Svegliarsi in un letto, avere un pettine per pettinarsi, girare una manopola e avere gas, energia e acqua. Il caffè al mattino. I biscotti. Quella mezz’ora in più da dedicare a sé. Un sorriso. Un abbraccio. Le fusa di un gatto. Il fiato caldo e rassicurante del vostro cane, sulla mano.

Siate grati ogni giorno, e ogni giorno iniziate il vostro diario, scrivendo almeno 10 motivi, partendo dai più piccoli, per i quali potete dire grazie. Un esercizio semplice ma potente che renderà la vostra vita meravigliosa.

Ora siete pronti per proseguire il vostro cammino.

Buon viaggio e grazie per aver fatto insieme a noi un piccolo, prezioso tratto di strada…