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Li puoi trovare all’inizio di un sentiero in montagna, o nello sterrato che porta al fiume. O all’ingresso nel bosco.

Senza vederli ti sentirai osservato: magari ti sentirai a disagio, senza sapere il perchè, o forse ti sentirai accolto come in un abbraccio. Sono Guardiani, proteggono la loro casa. Sanno vedere nel profondo del tuo cuore.

Si mostrano raramente, e quasi sempre agli occhi dei bambini, perchè loro sono puri e sanno vedere il mondo della natura che ci cammina accanto.

Non farti ingannare dal loro sguardo severo: sanno essere burloni e amano ascoltare vecchie storie, ma solo se tu sarai un visitatore gentile e rispettoso della loro casa.

E se saprai ascoltare, ti diranno il loro nome…

Il miglior augurio per questa giornata di mezza estate…

“Così parla un albero : in me è celato un seme, una scintilla, un pensiero, io sono vita della vita eterna. Unico è l’esperimento che la madre perenne ha tentato con me, unica la mia forma e la venatura della mia pelle, unico il più piccolo gioco di foglie delle mie fronde e la più piccola cicatrice della mia corteccia. Il mio compito è quello di dar forma e rivelare l’eterno nella sua marcata unicità.
Così parla un albero : la mia forza è la mia fede. Io non so nulla dei miei padri, non so nulla delle migliaia di figli che ogni anno nascono da me. Vivo il segreto del mio seme fino alla fine, non ho altra preoccupazione. Io ho fede che Dio è in me. Ho fede che il mio compito è sacro. Di questa fede io vivo. ” Il canto degli Alberi – H. Hesse

“Vedo ovunque nella natura, ad esempio negli alberi, capacità d’espressione e, per così dire, un’anima.”
Vincent Van Gogh

Le storie sono tutte intorno a noi, basta saper guardare…

Lei era nel lago. E aspettava.

Aveva aspettato così tanto, prima, che il suo volto si era segnato, piegato, accartocciato. Ma aveva aspettato.

Non importa se non era più giovane e bella, ma lui sarebbe arrivato. E forse l’avrebbe amata, come prima.

Ma l’attesa era stata così lunga, e i pensieri così bui… li aveva raccontati al lago, che gentile, aveva mischiato le sue lacrime alle sue acque gentili e quiete.

Poi le aveva parlato. – Vieni con me. Ferma ora l’immagine del tuo volto. I segni del tuo viso. I dubbi nel tuo sguardo. La tristezza nel tuo respiro. –

La donna si portò la mano al volto stanco che il Tempo, saggio, non aveva risparmiato: – ma lui mi vedrà così, come sono ora, vecchia e triste –

-Lui ti vedrà con gli occhi dell’amore. lui vedrà solo il tuo sorriso-

La donna comprese. Scese nel lago e si lasciò andare alla sue acque tiepide e serene.

Si lasciò andare finchè ogni cosa diventò leggera e senza limiti.

E solo allora sorrise.