Le relazioni non sono sempre facili. E non parlo solo di relazione d’amore, che proprio per l’investimento emotivo sono di per sé complicate.
Ma relazioni affettive, d’amicizia, di lavoro. Stabilire una connessione con l’altro è un mix di ascolto, attenzione, cura, rispetto reciproco. E parole
Quante parole avremmo voluto dire, o vorremmo dire, e non lo facciamo?
Dirsi l’un l’altro, quello che ci ferisce, o ci fa stare male, è un dono che facciamo a noi stessi e che facciamo all’altro. L‘accettazione di comportamenti sbagliati, di atteggiamenti che limitano la reciproca libertà, che, giorno dopo giorno, uccidono l’amore, l’amicizia e le relazioni, è una mancanza di rispetto reciproco.
Nascondersi dietro i ” tanto è fatta, fatto cosi’, non cambierà mai” non aiutano te, e non aiutano l’altro, perché così gli impedisci di crescere e di evolvere.
E non cresce e non evolve la vostra relazione.
Non cresci tu…
Fermati per un attimo. Pensaci!
Quante parole non dette, abbiamo trattenuto nel nostro cuore? Quante parole bloccate, frustrate, a volte dimenticate, abbiamo chiuso a doppia mandata, da qualche parte della nostra anima, perché è meglio così, senza sapere che le parole non dette creano nodi, blocchi energetici e fanno ammalare?
Qualche volta ne siamo consapevoli, e le cose che non siamo riusciti a dire ad una persona, o in una situazione, ogni tanto si ripropongono, fastidiose come del cibo pesante che non abbiamo digerito bene.
A volte non ce ne rendiamo conto – ma non serve non pensarci o fare finta di niente. Le parole non dette restano sempre lì, dentro di noi, nella nostra parte più profonda, stipate come vecchi maglioni che non servono più, e che abbiamo nascosto nella parte più remota del nostro armadio, per non vederli più.
Le parole non dette vengono a trovarci, inaspettate in certi momenti in cui, chissà perché, siamo bloccati in quello che stavano facendo, da un pensiero noioso che non sappiamo decifrare. O vengono a trovarci nei sogni: in quei sogni che, al risveglio,ci lasciano mogi e disorientati.
Oppure si manifestano nei dolori inaspettati del nostro corpo. Quella fitta allo stomaco… quella puntura alla spalla. Quel respiro che non si riesce mai a tirare fino in fondo.
Oggi ti propongo un piccolo esercizio, difficile e potente: dedicato a quelle parole non dette, che non chiedono altre che di uscire. Parole che abbiamo avuto paura, o non abbastanza coraggio, per dire: e il loro silenzio ha cambiato storie e relazioni. Ha cambiato la nostra percezione di noi stessi.
Ti chiedo di scrivere una lettera, una lettera indirizzata a chi si meritava quelle parole, a chi ne aveva bisogno, a chi sarebbe cambiato o, a chi sarebbe cresciuto. Una lettera colma di quella parole che noi meritavamo di dire, che avevamo bisogno di dire: parole che se dette, ci avrebbero aiutato a cambiare, a crescere.
Non importa se non spedirai mai quella lettera – anche più di una se hai tante parole non dette – ma quella lettera avrà un valore prezioso, di profonda catarsi, e di liberazione interiore.
Prendi un foglio di carta, fai un lungo respiro e lascia uscire le parole, e non preoccuparti se non arrivano subito: chiamale, senza paura. Loro arriveranno presto, e saranno come un inarrestabile fiume in piena…
” le parole che non ho mai detto…”
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