Chi fa arieggiare la Stanza delle fiabe?

Ecco un’altra ospite della Casa nel Bosco🏡.

Marta Tessera! La nostra “pedagogistaimperfetta” che si muove solo con un gatto🐈 Miaoooo!

Oggi, nella biblioteca della nostra Casa nel Bosco è arrivato un nuovo racconto.

Io e il mio amico vuoto”. Emme Edizioni.

La mamma della bambina protagonista non c’è più e il vuoto ha preso il suo posto. Il vuoto e la bambina passano le giornate insieme, uno vicino all’altra e imparano a conoscersi.

Una storia che, grazie alla dolcezza dell’autrice Azam Mahdavi e alle poetiche illustrazioni di Maryam Tahmasebi, affronta con profonda delicatezza il tema della sofferenza per la perdita e del percorso di accettazione del grande cambiamento che il lutto porta nelle nostre vite.

Le fiabe trovano sempre le parole giuste, quelle che spesso noi non riusciamo a esprimere, per parlare ai bambini e a tutti anche della morte.

I loro messaggi penetrano e si dirigono nel luogo giusto della nostra anima perché le loro parole sono più chiare e oneste, ma anche delicate e dosate, delle nostre.

Parlare di morte è complicato, specie di fronte ai bambini, anziché parlarne vorremmo soltanto proteggerli da ogni tipo di sofferenza.  I bambini non cercano verità assolute o risposte immediate, hanno solo bisogno di poter contare sulla nostra capacità di accogliere e ascoltare le loro curiosità e i loro dubbi è questo che li rassicura.

In altri tempi, la morte e il dolore erano considerati aspetti imprescindibili della vita e quindi accettati, non erano un tabù come sembra essere ai nostri giorni.

Tuttavia, anche se nel corso del tempo ci siamo allontanati da molti aspetti naturali della nostra vita, le fiabe continuano a parlare della morte con coraggio e onestà e il loro denominatore comune rimane lo stesso: il processo evolutivo in cui il protagonista/eroe affronta e supera difficoltà enormi; quindi, le fiabe, antiche o moderne che siano, ci accompagnano e ci supportano sempre.

Oggi, abbiamo selezionato per voi cinque racconti per bambini che affrontano proprio questo tema, oltre a “Io e il mio amico vuoto”.

“Gina e il pesce rosso”, di Judith Koppens e Eline Van Lindenhuizen, è una delle storie della Piazza degli Animali, dedicate alla solidarietà e all’aiuto reciproco. Età di lettura dai 2 anni. EDT-Giralangolo.

Gina è una gattina. In questa storia il suo pesciolino rosso non nuota più. Come mai?
Gina e il suo amico Ugo cercano di svegliarlo: gli solleticano la pancia, creano delle piccole onde scuotendo la boccia delicatamente. Carlo la giraffa li raggiunge e capisce cosa è successo: il pesciolino è morto.

Gli amici di Gina la accompagneranno nel processo di elaborazione del lutto, senza dimenticare il piccolo pesciolino.

Il racconto  è metafora del lutto e del processo del dolore in generale, ma che può essere specifico per aiutare un bambino ad affrontare la perdita di un animale domestico.

La nonna addormentata” di Roberto Parmeggiani  João Vaz de Carvalho edito da Kalandraka . Età di lettura dai 4 anni.

Il racconto è narrato dal bambino protagonista che inizia la storia e la prosegue con parole oneste, ingenue e sincere.

La mia nonna dorme.
La mia nonna dorme tutto il giorno.
La mia nonna dorme tutto il giorno, da un mese.

La nonna non è più quella di prima, è ferma in un letto e si prepara a volare via.

Una storia che sa parlare della malattia, della vecchiaia che cambia le cose e ci porta via una parte di chi amiamo, affronta il tema della sofferenza con dignità e rispetto e lo fa senza usare toni negativi, trasmettendo il profondo affetto che lega il bambino e la nonna e ci ricorda il grande valore dei ricordi.

In cielo, ma dove?” di Antonella Ossorio e Antonio Ferrara, editore Uovo Nero. Età di lettura dai 5 anni.

Due fratelli, uno più piccolo e uno più grande, una passeggiata spensierata, poi l’incontro con un passero morto.

Questa è la premessa per un dialogo fra fratelli, espressione della curiosità infantile del più piccolo che indaga e cerca risposte soddisfacenti, a ciò che è misterioso, e trova nuove domande.

Il fuoco di fila di domande del più piccolo mette in difficoltà il più grande e fa affiorare in lui il dolore per la morte dello zio. Anche in questo libro, il piacere di condividere i ricordi belli è strumento di elaborazione del lutto.

Bertolt” di Jacques Goldstyn, editore LupoGuido. Età di lettura dai 6 anni.

Un bambino solitario ha un grande amico, una quercia di cinquecento anni che ha deciso di chiamare Bertolt.

Grazie a questa amicizia, il bambino riflette sulla realtà che lo circonda, scopre i molteplici aspetti della natura e i giochi che Bertolt gli regala: diversi per ogni cambio di stagione.

A una nuova primavera, però, sui rami di Bertolt non cresce neanche una foglia. Il tronco è secco, la quercia è morta.

Il libro, trasmette molti messaggi, e il finale è un omaggio alla vita che è passata e parla della morte senza retorica.

L’albero dei ricordi” di Britta Techentrup, Gallucci editore. Età di lettura dai 3 anni.

Una volpe, una lunga vita vissuta e, ormai, molta stanchezza.

Anche in questo racconto, oltre al tema della morte, ritorna il tema dei ricordi, che restano con noi e ci danno forza quando il lutto di qualcuno che amiamo, entra nelle nostre vite e le stravolge.

Il racconto riporta la morte alla sua essenza naturale, evento che semplicemente accade. Ci racconta il momento del saluto come un tempo prezioso per risvegliare i ricordi. Un inno alla vita di straordinaria potenza.

I nostri consigli di oggi sono terminati, ma di fiabe e racconti che trattano questo tema ce ne sono molti. E voi? Quali avete letto e volete condividere con noi?

Narrarsi vuol dire concentrarsi sul proprio vissuto; vuol dire entrare in connessione con le risonanze emotive di ogni accadimento personale, fare ordine nei pensieri, e ascoltarsi mettendo ordine nei propri pensieri e ricordi.

Chiunque scrive, testi , racconti , storie, trasmette qualcosa di sé , ma la scrittura autobiografica è uno scrivere quasi onirico, orientato , spesso inconsapevolmente, alla ricerca di quello che ci manca per essere consapevoli e
completi .

Per conoscere i propri limiti e le proprie risorse . Per dare la giusta posizione ai ricordi e a certi pensieri che spesso non sappiamo spiegare.

Come fare un puzzle che all’inizio sembra incomprensibile ma mano a mano che si uniscono i pezzi , la figura prende sempre più forma e la riconosciamo.

La prima fiaba che scriviamo è la nostra fiaba, la storia che aspetta da tempo di essere liberata. Di essere raccontata.

Perché non basta avere qualcosa da dire o voglia di raccontarlo, affidando i propri
pensieri a un foglio di carta o a una pagina elettronica. Scrivere di noi e della nostra vita passata sollecita una maturazione interiore
Duccio Demetrio

Scrivere è un viaggio meraviglioso, che possiamo fare insieme. Parti con noi? Scrivi a fiabeincostruzione@gmail.com

A ottobre inizia una nuova annualità della Stanza delle Fiabe, la piccola scuola di scrittura, fiabe e…

Ho pensato che il modo migliore per parlare della nostra scuola sia quello di ascoltare le testimonianze di chi, da otto mesi, sta scrivendo, lavorando, faticando. Creando.

Immaginando e sognando…

Le mie splendide scrittrici!

Questa è la prima…

Grazie Rossana

Rossana

Hai un desiderio segreto? Qualche cosa che non osi nemmeno dire a te stessa? Ecco questo corso ti aiuta a realizzarlo…

Un percorso dentro di te che sfocia in un progetto! Con pazienza e piccoli passi, aggiusti, tagli e assembli i tuoi scritti, vecchi e nuovi.
Il tuo io adulto, gioca con la tua parte bambina e tra storie di fate e folletti, corri tra le pagine dei tuoi scritti, dando vita ad una raccolta, al tuo progetto.
E quando tutto ciò sarà stampato e terrai tra le mani il TUO libro sarà una gioia infinita!

Questo è il mio progetto e il tuo?

Rossana

Per ogni informazione scrivi a fiabeincostruzione@gmail.com

Storia di un Porro e di una Farfalla, una fiaba per parlare di violenza di genere, un tema forse difficile da spiegare ai bambini, ma è importante raccontare la verità sull’amore, proprio a loro, perchè possano imparare che amare qualcuno significa avene cura, rispettarlo, lasciarlo libero.

Una fiaba per i grandi, che troppo spesso pensano che il possesso, la gelosia, la prevaricazione e la rabbia siano una forma di amore.

Una piccola fiaba, ma molto importante, che ha iniziato il suo viaggio, con il suo grande messaggio, alcuni anni fa, e ha raccontato la storia del Porro e della Farfalla a tanti bambini.

Il suo viaggio continua, con nuove e meravigliose sorprese. La prima, è la sua nuova veste. Piena di colori vivaci, – perchè anche l’amore, quello vero è pieno di meravigliose sfumature – disegnata dalla splendida mano di Simona Platè, che ci accompagna in questa nuova avventura, e che da sempre traccia il mondo pieno di colori.

Per la seconda sorpresa… dovete aspettare ancora un pò.

Intanto trovate Storia di un Porro e di una Farfalla sul Sito ilmiolibro

Agosto è il mese delle vacanze. E’ il mese del riposo e delle lunghe giornate da riempire con cose leggere e gratificanti.

E’ sempre stato il mese della chiusura anche per noi; forse una chiusura diversa: non per riposo ma per ri-creare, progettare, costruire, inventare, immaginare.

Quest’anno non chiudiamo. Restiamo aperti, per creatività! La stanza delle fiabe, piccola scuola di scrittura, fiabe e… rimane aperta, non per le lezioni – un pò di riposo ci vuole – ma per gli incontri di tutoraggio, per preparare il progetto di scrittura di ogni allievo, per prepare la terra che accoglierà i semi da piantare e far crescere con cura e attenzione.

A settembre si riparte e i progetti, e le lezioni saranno nel pieno della loro realizzazione.

Questo primo anno di scuola, è stato davvero gratificante, ricco di emozioni, di grandi cambiamenti, evoluzioni, anche di grande stanchezza, a volte, ma di grandi successi.

Sono grata e fiera delle mie compagne di viaggio per la loro determinazione e la loro voglia di migliorarsi. Di condividere. Di creare. Di mettersi in gioco.

Un’esperienza unica e preziosa che vogliamo ripetere: a ottobre partirà un nuovo anno della Piccola scuola di fiabe, scrittura e…

Un nuovo viaggio meraviglioso da fare insieme. Vuoi partire con noi?

Per ogni informazione scrivi a fiabeincostruzione@gmail.com

Da oggi, puoi acquistare Bella addormentata a chi? Nei più importanti siti on line!

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Per tutte le belle addormentate e per tutti i belli addormentati che si sono stancati di dormire!

Il nostro NO a ogni forma di discriminazione, lo facciamo sentire FORTE E CHIARO, nel modo migliore che conosciamo. Con le fiabe!

Partiamo da loro. Dai più piccoli. Perchè loro lo possono cambiare il mondo.

Le fiabe sono lo strumento meraviglioso per raccontare ai bambini nel modo più semplice, le cose che i grandi rendono tanto difficili. Per stupidità. Ignoranza. Per odio.

Emma ha due mamme, cosa dirà agli amici? “Dì che noi ti amiamo tanto e insieme, noi tre, siamo più felici e ricche di un re”.

Non servono tante parole per raccontare l’amore…

Un libro che, con la leggerezza di una filastrocca, racconta la felicità di essere al mondo.

Più ricche di un re – Cinzia Barbero – ed. Stampatello

Un anno fa ho scritto queste parole. Dopo un anno sono ancora più che mai attuali. E necessarie.

Oggi, primo giorno di un nuovo lockdown.

Prendete carta e penna, restate in ascolto di voi stessi. E poi scrivete…

Narrarsi vuol dire concentrarsi sul proprio vissuto; vuol dire entrare in connessione con le risonanze emotive di ogni accadimento personale, fare ordine nelle parole, e ascoltarsi, mettendo ordine nei propri pensieri e ricordi.

Chiunque scrive, testi , racconti , storie, trasmette qualcosa di sé , ma la
scrittura autobiografica è uno scrivere quasi onirico, orientato , spesso inconsapevolmente, alla ricerca di quello che ci manca per essere consapevoli e completi .

Per conoscere i propri limiti e le proprie risorse . Per dare la giusta posizione ai ricordi e a certi pensieri che spesso non sappiamo spiegare.

Come fare un puzzle che all’inizio sembra incomprensibile ma mano a mano che si uniscono i pezzi , la figura prende sempre più forma e la riconosciamo.

Perché non basta avere qualcosa da dire o voglia di raccontarlo, affidando i propri
pensieri a un foglio di carta o a una pagina elettronica. Scrivere di noi e della nostra vita passata sollecita una maturazione interiore
Duccio Demetrio

Le donne delle fiabe sono giovani fanciulle rinchiuse su una Torre senza porte, per allontanarle dal mondo, come la piccola Raperenzolo,  o sono figlie gentili cedute al diavolo per la stupidità el’ ingordigia di un padre,  come Nella ragazza senza braccia.

Sono giovani costrette a vivere fra la cenere di un fuoco, maltrattate e derise dalle sorellastre cattive, come Cenerentola. Oppure sono principesse messe alla porta da un padre egoista e insensibile e costrette a vagare nel bosco con indosso soltanto una pelliccia di topo, proprio come la Principessa Pel di Topo.

O ancora, sono bellissime ragazze date in sposa a qualche bestia mostruosa per riparare all’errore fatto dal Re, come avviene per le Tre Sorelle o Per la Bella e la Bestia.

Possono anche essere bimbette capricciose che non vogliono ascoltare  i consigli della mamma e si fermano lungo il bosco ad ascoltare le false lusinghe di un lupo cattivo… proprio come fa Cappuccetto Rosso.

Di queste donne vogliamo parlare oggi, oggi che è il giorno dedicato alle donne: di tutte le protagoniste delle fiabe, perchè le fiabe raccontano la vita vera ed insegnano che le difficoltà servono a crescere; ognuna di queste antiche storie ci racconta che le donne delle fiabe riescono a superare ogni ostacolo, ad addentrarsi senza paura nel bosco, a superare con astuzia le imposizioni  e le angherie.

Insegnano a non mollare, ad avere la capacità di modificarsi, proprio come fa Alice nel paese delle Meraviglie, per adattarsi alle nuove situazioni.

E insegnano a diventare Regine, superando la propria diversità, e a diventare così forti e autonome da regnare da sole, senza un Re accanto, proprio come la  Elsa di Frozen. Bastone.

Le donne delle fiabe  cercano l’amore ma fanno  innamorare perdutamente il lupo, come nella “Città delle Fiabe”:  una bambina disubbidiente   diventa la protettrice della Città delle Fiabe, come la nostra Cappuccetto Rosso, il simbolo della vera donna selvaggia che è in noi.

Vogliamo  augurarvi di essere un pò streghe, di connettervi con l‘energia vitale della Terra, e finalmente usare la magia buone e potente che ogni donna ha in sè.

Vogliamo augurare a tutte le donne di essere come le donne delle fiabe, forti, intelligenti e astute; donne che sanno imparare dai propri errori e sono consapevoli del proprio potere interiore,  e senza paura sanno affrontare gli ostacoli e ribaltare le situazioni avverse per poter diventare infine la Regina che è in ognuna di noi…

Per dirla alla Pinkola Estes nel suo Donne che corrono con i lupi, un libro illuminante che vi consiglio di leggere se non l’avete fatto:

Le storie sono disseminate di istruzioni che ci guidano nella complessità della vita:

La donna sana assomiglia molto al lupo; robusta, piena di energia, di grande forza vitale, capace di dare la vita, pronta a difendere il territorio, inventiva, leale errante. Eppure la separazione dalla natura selvaggia fa si che la personalità delle donne diventi povera spettrale, sottile. Non siamo nate per essere cuccioli spelacchiati, incapaci di balzare in piedi, incapaci di cacciare, incapaci di generare una vita” Pinkola Estes – Donne che corrono con i lupi

Bisogna ritrovare la propria profonda natura psichica istintiva, chè è la nostra grandissima forza interiore, la nostra parte selvaggia.

molti sono i modi e i mezzi per vivere con la propria natura istintiva, e le risposte cambiano quando voi cambiate… ho cercato di capire come fanno i lupi a vivere così in armonia. Vi suggerirò di cominciare con una voce di questo elenco, per cominciare, consigliando per chi sta lottando, di partire dalla numero 10″ –Pinkola Estes – Donne che corrono con i lupi

1 -mangiare
2 -riposare
3 -vagabondare
4 -mostrare lealtà
5 – amare i piccoli
6 -cavillare al chiaro di luna
7 – accordare le orecchie
8 – occuparsi delle ossa
9 – fare l’amore
10 -Ululare spesso

Auguri a tutte le donne!